PREVENIRE LE CADUTE

PREVENIRE LE CADUTE NELL’ANZIANO

PREVENIRE LE CADUTE NELL’ANZIANO

Un problema sociale

La popolazione italiana sta diventando sempre più anziana e, purtroppo, sempre più sedentaria: con queste premesse rimanere in salute diventa difficile. Gli anziani, molto spesso, perdono la voglia di muoversi, quando devono farlo si sentono meno sicuri di loro stessi, e quindi tenderanno a muoversi ancora meno. Questo circolo vizioso è destino a peggiorare con l’avanzare dell’età e aumenterà di molto il rischio caduta. Le cadute sono la causa principale di fratture e di infortuni collegati alla morte, oltre al fatto che rappresentano un costo sanitario e soprattutto sociale enorme. La prevenzione diventa fondamentale.

Come prevenire le cadute nell’anziano?

Numerosi studi hanno cercato di individuare le strategie migliori per prevenire le cadute nella popolazione anziana. La soluzione è sempre la stessa: l’esercizio fisico!
L’esercizio fisico è un intervento di estrema importanza anche per la popolazione anziana. I benefici sono molteplici come il miglioramento della forza e della salute di ossa e muscoli, del sistema cardiorespiratorio e delle funzionalità sia fisiche che cognitive. È dimostrato, infatti, come l’esercizio fisico sia in grado di prevenire disturbi cognitivi e demenza andando a migliorare la salute delle persone a 360°.

Quale esercizio fisico?

I trattamenti proposti sono molteplici e i risultati sono sovrapponibili. Si possono fare esercizi di equilibrio, di forza, di stretching, di resistenza. Ogni esercizio porta con sé dei vantaggi e per questo l’unione di esercizi differenti potrebbe essere la chiave per una prevenzione più efficace.

(Durante le nostre lezioni di GINNASTICA POSTURALE andiamo ad unire tutte queste componenti di esercizio).

I ricercatori consigliano di effettuare 2/3 sessioni di allenamento specifico a settimana di circa 50 minuti l’una. L’intensità dell’esercizio può anche essere intensa, in quanto non sono stati riscontrati effetti collaterali a livello cardiaco. Nei giorni in cui non si eseguono attività specifiche possono essere utili attività ricreative come il giardinaggio, il bricolage o qualsiasi attività che unisce lavoro fisico a abilità manuali. Inoltre, è raccomandato effettuare delle camminate a passo più o meno sostenuto per mezzora al giorno; in alternativa si può usare la bicicletta o la cyclette.

 

Sei anziano (o lo sono i tuoi genitori) e noti di essere rigido e non riuscire più a muoverti come prima?

Non ti senti più sicuro di effettuare determinati movimenti e sei sempre più sedentario? Non hai più la mobilità articolare che avevi alcuni anni fa?

Prevenire le cadute è fondamentale: sono molto frequenti e spesso hanno esiti davvero molto negativi sulla salute delle persone.
Prenota un appuntamento per capire quali esercizi sono più adatti a te e scoprirai che con un minimo sforzo costante e quotidiano tornerai a svolgere le attività che ami in sicurezza.

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Bibliografia:

de Souto Barreto P, et al. Association of Long-term Exercise Training With Risk of Falls, Fractures, Hospitalizations, and Mortality in Older Adults: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Intern Med. 2019. PMID: 30592475

Hewitt J, et al. Progressive Resistance and Balance Training for Falls Prevention in Long-Term Residential Aged Care: A Cluster Randomized Trial of the Sunbeam Program.
J Am Med Dir Assoc. 2018. PMID: 29402651 Clinical Trial.

Sherrington C, Michaleff ZA, Fairhall N, Paul SS, Tiedemann A, Whitney J, Cumming Exercise to prevent falls in older adults: an updated systematic review and meta-analysis. Br J Sports Med. 2017 Dec;51(24):1750-1758. Epub 2016 Oct 4.PMID: 27707740

La CADENZA

La CADENZA – IL VOCABOLARIO DEL RUNNER

La CADENZA

La cadenza è un parametro biomeccanico molto importante. Probabilmente il più importante da considerare per performance, prevenzione e gestione degli allenamenti.

La cadenza è il numero di passi che si fanno in ogni minuto di corsa. La media dei runner amatoriali va dai 145 ai 165 passi al minuto. La media degli atleti di élite varia tra i 170 e i 190. Si potrebbe pensare che ciò sia dovuto alla velocità, ma in relata non è così. Nei runner professionisti c’è una minima variabilità del numero di passi al minuto e rimangono sostanzialmente uguali sia che corrano a 3’ a Km, sia che corrano a 6’ a Km. Nei runner principianti invece c’è una grande variabilità in base alla velocità.

La CADENZA

Il grafico mostra appunto come nei runner amatoriali o principianti ci sia una grande variabilità nella cadenza, mentre, gli atleti professionisti e chi corre scalzo, non hanno grande differenza.

Questo vuol dire che tutti dovrebbero correre a 180 passi al minuto?

No. Però ci sono alcuni fattori da considerare.

La scarpa altera la biomeccanica di corsa. Chi corre con scarpe moderne e ammortizzate tende ad avere un appoggio di tallone e una cadenza bassa. Gli stessi runner, se si tolgono le scarpe e iniziano a correre a piedi nudi aumentano spontaneamente il numero di passi fino a circa 180 al minuto.

Per chi ha una cadenza bassa (circa 150/160 passi al minuto) può essere utile aumentare la cadenza: perché?

Come detto all’inizio, la cadenza risulta un parametro molto importante per gestire la biomeccanica del runner. Chi corre con una cadenza bassa tendenzialmente presenta un attacco al suolo di tallone, un appoggio molto lontano dal centro di gravità e grande oscillazione verticale. Questo si traduce in maggiori traumi nel momento dell’impatto al suolo, maggiori forze frenanti e un dispendio di energia maggiore.

Immaginate un quadrato e un ottagono che rotolano alla stessa velocità: il quadrato quando atterra al suolo arriverà con una forza maggiore e per poter ripartire necessiterà di maggior forza. Viceversa l’ottagono, farà più passi per andare alla stessa velocità e avrà forza di contatto al suolo più deboli e necessiterà di meno forza per ripartire. A questo link un video che meglio spiega questo concetto.

L’aumento della cadenza ha quindi un effetto anche sulla performance. Riducendo le forze di frenata e il dispendio energetico migliora l’economia di corsa. Inoltre aumentare la cadenza significa avere tempi di contatto al suolo minori e minor dispendio muscolare.

Consigli:

Sei un principiante, o un runner poco esperto (1/2 uscite a settimana da meno di un anno)? Se sì, inizia con gradualità, seguendo uno specifico PROGRAMMA PER INIZIARE A CORRERE, e inizia cercando di tenere una cadenza alta.

Corri da diverso tempo con regolarità e non hai infortuni? Cambiare rappresenta sempre un rischio. Quindi il consiglio è di effettuare una valutazione del gesto della corsa e, insieme, capiremo se e come cambiare la cadenza per migliorare la performance e prevenire gli infortuni.

 

Vuoi capire se la tua cadenza è corretta o se invece dovresti cambiare qualcosa nella tua biomeccanica di corsa? Chiama il 349 3539959 oppure scrivi a info@fisiosprint.it per effettuare una valutazione specifica.

 

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overdiagnosi sanità

UN PROBLEMA SOCIALE

“È peccato desiderarne troppa, di una cosa ch’è buona?”

Si domandava Shakespeare nella commedia “Come piace a voi”.

La salute e la sanità sono un qualcosa che ognuno di noi vorrebbe, ma cosa succede se ne abbiamo troppa?

Cosa vuol dire troppa sanità?

Vuol dire troppi screening di persone asintomatiche, troppe indagini strumentali in quelli che presentano sintomi, troppa importanza data alle eventuali alterazioni riscontrate, invenzioni di quasi-malattie, troppe diagnosi che troppo spesso portano a un eccesso di trattamenti, con bassi rapporti costi/benefici, medicine troppo costose e troppo spesso prescritte. Troppa sanità significa una sanità poco efficace, che non è in grado di risolvere problemi ma, anzi, ne crea di nuovi. In una parola si può chiamare “overdiagnosi”, cioè diagnosi che creano più danni che benefici.

Fare troppe indagini strumentali può portare a scoperte eccessive. Cioè l’identificazione di anormalità che in realtà non sono causa di . Anormalità che erano già lì da tempo e che progrediranno molto lentamente. E più le indagini sono dettagliate e precise, più si potranno trovare alterazioni. Più test farai e maggiore sarà la probabilità di trovare qualche “anormalità”. Facendo delle risonanze magnetiche a persone asintomatiche si scoprono delle periostiti tibiali nel 43% delle persone, borsiti retrocalcaneari nel 58%, artrosi al ginocchio nelle persone con più di 40 anni nel 43%, lesione del labbro acetabolare 68%, degenerazione dei dischi lombari, se avete più di 50 anni 80%. E tutti questi dati in persone asintomatiche! Se avete mal di schiena e avete 50 anni e fate una risonanza senza una valutazione precisa quattro volte su cinque avrete un’ernia, che non significa che sia la causa del vostro dolore, anzi, ma mette ansia e preoccupazione al paziente e sarà molto più difficile il trattamento.

Un altro problema della troppa sanità è il marketing

Muovere la linea tra normalità e anormalità per creare nuovi malati e quindi vendere più trattamenti e medicine.

Cosa è normale non è per forza di cose un obiettivo da raggiungere. Negli USA la normalità è essere obesi, ma non vuol dire che tutti dovremmo essere obesi. La maggior parte delle persone ha il piede neutro, quindi ci hanno fatto credere che chi ha il piede piatto è anormale e va curato e trattato; ma se guardiamo chi ha più probabilità di infortunio o dolori, scopriamo che non ci sono differenze tra avere il piede piatto o “normale”. Così anche chi ha una gamba più corta di qualche millimetro verrà trattato con rialzi, plantari e scarpe specifiche, ma non c’è nessuna evidenza che sia più a rischio di sviluppare problemi rispetto alla popolazione generale.

L’overdiagnosi è uno dei problemi più dannosi e costosi del sistema sanitario moderno. Spesso crea una cascata di eventi che portano a trattare eccessivamente persone che non sono malate.

Per prevenire l’overdiagnosi abbiamo bisogno di personale sanitario che valuti correttamente i pazienti e che li educhi rispetto a quelli che sono i loro problemi.