DOLORE CERVICALE IN EPOCA DI SMART WORKING
Prima di iniziare a parlare del dolore cervicale in epoca di smart working vorrei ringraziare il Gruppo Terapia Manuale (GTM) e Associazione Italiana Fisioterapisti (AIFI) per la realizzazione di questo ottimo opuscolo educativo completamente gratuito e scaricabile.
Cosa si intende per dolore cervicale?
Il dolore cervicale, o male al collo, è per definizione localizzato in quella regione anatomica delimitata superiormente dalla base del cranio (occipite) e inferiormente da una linea immaginaria che passa all’altezza delle scapole.
È la seconda causa di disabilità, preceduta solo dal mal di schiena, e si stima che fino al 70% della popolazione sviluppi dolore al collo nella propria vita. Sebbene nella maggior parte dei casi sia una problematica benigna e la prognosi sia favorevole, spesso il problema può diventare persistente e quindi causare disabilità prolungata a chi ne soffre. Per le caratteristiche fisiche, psicologiche e sociali del problema, il dolore al collo è associato a una riduzione della qualità di vita, della produttività lavorativa e a limitazioni funzionali. Come tutti i disturbi muscolo-scheletrici, anche il dolore cervicale ha un’eziologia multifattoriale. Viene definito come disturbo non specifico in quanto non determinato da specifiche problematiche traumatiche o acute, ma è una sintomatologia subdola attribuita a cause di origine posturale e meccanica.
Questa condizione dolorosa non deve essere sottovalutata poiché può sfociare in tensione muscolare e in rigidità di tutto il rachide, generando mal di testa, problemi temporo-mandibolare fino ad arrivare a vertigini, nausea e alterazione dell’equilibrio.
Chi è più a rischio?
La popolazione più colpita da questo disturbo sono le donne tra i 40 e i 50 anni, anche se sono affetti uomini e donne di tutte le età.
Le categorie più colpite sono gli impiegati, chi fa lavori da scrivania e chi è costretto molte ore al giorno a lavori su videoterminali. Il motivo per cui il dolore cervicale affligge queste categorie di lavoratori è complesso e bisogna considerare sia fattori personali che relativi al lavoro stesso. I maggiori fattori di rischio occupazionali per l’insorgenza di un nuovo episodio di dolore al collo sono:
- Impegno lavorativo elevato e stressante,
- Presenza di un ambiente di lavoro ostile con scarsa organizzazione,
- Mansione lavorativa non decisionale e non variabile,
- Scarsa soddisfazione per l’ambiente di lavoro e basso sostegno tra i colleghi,
- Utilizzo elevato dei videoterminali.
A questi elementi vanno aggiunti fattori di rischio personali non modificabili come il sesso, l’età e l’aver avuto precedenti episodi di dolore cervicale.
In questo momento di emergenza, il dolore cervicale è molto frequente tra i lavoratori che praticano smart working. Il dolore può essere causato da:
- Posture sedute mantenute a lungo,
- Scarsa possibilità di variare la posizione,
- Posizioni scomode con il posizionamento del monitor non frontale,
- Movimenti frequenti di rotazione del capo,
- Posizionamento del monitor e della tastiera troppo vicini al corpo.
Questi elementi, infatti, determinano un aumento significativo dell’elevazione delle spalle e della rigidità muscolare, oltre a un incremento dello sforzo visivo per mettere a fuoco.
Cosa si può fare?
Gli interventi possono essere di due tipi:
- Un intervento di tipo strutturale, mirato a progettare spazi e postazioni di lavoro mobili ed ergonomiche, e organizzando il lavoro in modo da permettere ai dipendenti di spostarsi e non assumere posture fisse per troppo tempo.
- L’aiuto di un fisioterapista. Grazie alla fisioterapia è possibile alleviare o prevenire i sintomi cervicali grazie a degli esercizi di rinforzo, allungamento e propriocettivi dei muscoli cranio-cervicali. Questi esercizi, infatti, permettono al lavoratore di sopportare meglio la giornata lavorativa, permettendo ai muscoli di affaticarsi meno.
La ricerca scientifica ci dice che questo tipo di esercizi sono i più efficaci a medio-lungo termine. Tuttavia, in alcuni casi i pazienti necessitano di alcuni interventi di terapie passive quali massaggi, mobilizzazione del rachide e supervisione durante gli esercizi. Successivamente alla terapia passiva, il paziente dovrebbe comunque essere educato su come svolgere gli esercizi in maniera autonoma e indipendente.
In generale, i risultati migliori si ottengono dalla combinazione di cambiamenti strutturali e di esercizi. I miglioramenti non sono solo a livello del dolore, ma anche a livello di soddisfazione e appagamento lavorativo, di stress e di miglioramento della produttività.
Quali esercizi?
Gli esercizi possono sembrare banali ma sono utilissimi per rilassare e al contempo rinforzare la muscolatura cervicale. Sempre con l’aiuto dell’opuscolo fornito da GTM e AIFI (consultatelo per approfondimenti) vi presentiamo 10 esercizi:
Hai dolore cervicale e non riesci a gestirlo? Fissa un appuntamento al 3493539959 o invia una email a info@fisiosprint.it